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Anestesisti: casi meno gravi per le misure adottate

Anestesia e Rianimazione Redazione DottNet | 01/06/2020 20:45

Vergallo: è l'effetto del lockdown e perché si arriva prima in ospedale

Ora si arriva prima in ospedale, perchè più consapevoli dei sintomi, ed in caso di necessità si ha un accesso rapido alle terapie intensive che non sono più intasate come a marzo o aprile: ache per questo i casi attuali di Covid-19 si presentano meno gravi rispetto a qualche settimana fa. Ne è convinto Alessandro Vergallo, presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi), sottolineando come i ricoveri in rianimazione continuino a scendere anche nelle zone più colpite e si sia tornati quasi ad un "livello pre-Covid".

"Da tutte le Rianimazioni italiane - spiega Vergallo all'ANSA - si segnala una riduzione del numero dei ricoveri e, in generale, i casi sono appunti meno gravi. La spiegazione, secondo la nostra percezione, è che superato il picco epidemico e la fase di piena emergenza si è assistito, ad esempio, ad una maggiore rapidità delle cure a domicilio e anche ad una maggiore precocità degli accessi in ospedale. Le persone, cioè, arrivano da noi prima e dunque presentano una sintomatologia meno grave".  In altri termini, sottolinea, "si arriva in una fase più precoce della malattia e questa potrebbe essere la spiegazione più plausibile al fatto che i casi che vediamo sono meno gravi".

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Quanto alle altre ipotesi avanzate negli ultimi giorni, Vergallo invita comunque alla cautela: "Che il virus posa essere mutato, non posiamo né confermarlo né smentirlo poiché non è stato pubblicato ancora alcuno studio scientifico che lo dimostri". Rispetto invece alla possibilità che sia diminuita la carica virale cui la popolazione è esposta, "questa ipotesi appare ragionevole - rileva l'esperto - e sarebbe l'effetto positivo delle misure di distanziamento sociale tuttora in atto e dell'uso delle mascherine". Proprio "la minore carica virale cui la popolazione è esposta per effetto delle misure di cautela in associazione ad un accesso più precoce alle cure e agli ospedali potrebbe dunque condizionare la tipologia di casi attuali, che sono appunto meno gravi".

Altro tema di discordia è poi il numero di posti in terapia intensiva, ritenuto da alcuni eccessivo in questo momento in cui il bisogno si è ridimensionato. Al contrario, avverte Vergallo, "è necessario mantenere elevato il numero dei posti in rianimazione, come prevede il piano del governo, perchè non sappiamo cosa potrà accadere. Inoltre, andare a smantellare questi posti quando mancano pochi mesi all'arrivo dell'autunno, con la paventata possibilità di una seconda ondata epidemica, sarebbe davvero assurdo". Insomma, "bisogna continuare a non abbassare la guardia. Per il resto - conclude il presidente Aaroi - molte delle speculazioni degli ultimi giorni mi paiono più dichiarazioni spinte da motivi politici, legati alle riaperture sul territorio nazionale, che da vere motivazioni di tipo scientifico".

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